Niente batte la sensazione di volare da soli nei sogni. I frequentatori abituali dei sogni hanno i loro stili preferiti. Alcuni volano con le braccia tese davanti a loro, alla maniera di Superman. Altri nuotano nell’aria, alcuni pedalano. Alcuni spuntano ali, altri prendono in prestito quelle di un uccello o si trasformano essi stessi in un uccello. Alcuni eseguono acrobazie aeree. Altri si accontentano di librarsi nell’aria, osservare e lasciarsi trasportare da una corrente termica.

È divertente sfrecciare nel multiverso come un punto di luce o una forma di pensiero disincarnata, ma io assaporo la qualità carnale e corporea di molti dei miei sogni di volo. Nella grande esperienza OBABE (Out-of-the-Body-Into-Another-Body) [*] che mi portò a incontrare un’antica arendiwanen (“donna di potere” indigena), provai la gioia di cogliere il vento giusto e il lieve disagio nel sfiorare con le ali gli aghi secchi di un vecchio abete blu, mentre volavo nelle sembianze di una poiana dalla coda rossa su misura per me.

Se non mi sto spostando in aria da solo, la seconda opzione migliore è salire su un idrovolante. Questo crea l’atmosfera giusta per avventure alla Indiana Jones, anche se nei miei sogni volavo sugli idrovolanti molto prima che quei film fossero concepiti. A volte ho un compagno di volo: un saggio professore che un tempo sembrava anziano, ma che ora appare più giovane di me. È un’eccellente compagnia e non ha paura di andare là dove i cartografi medievali avvertivano: “Qui ci sono draghi”.

Questo tema del volo onirico solleva molte domande interessanti. Prova a usare una di queste come spunto di conversazione:

  • Voi volate nei vostri sogni?
  • Vi piace?
  • Qual è il vostro stile preferito?
  • Qual è la vostra procedura di decollo?
  • Siete consapevoli di viaggiare al di fuori del vostro corpo fisico?
  • In che tipo di corpo vi trovate ora?
[*] Si pronuncia “Oh Baby”. Sì, l’ho inventato io.

Biciclette da allenamento per volatori onirici

Esistono scuole di volo per oneironauti. Alcune le conduco io, in questo lato della realtà consensuale, ma ovviamente non ci resterete a lungo. Dovrete sognare il vostro accesso a una vera scuola di questo tipo. Formo piloti onirici e guido missioni di volo, oltre la realtà consensuale, più volte alla settimana, e ciò che accade nel mondo dei sogni a volte resta lì.

Mi piace confrontare ciò che accade in altre scuole di volo. Ogni lignaggio sciamanico e ogni ordine misterico ne ha creata una. Alcune operano da molti secoli.

Durante uno dei miei vagabondaggi onirici, ho scoperto una scuola di volo con un’atmosfera d’epoca francese e attrezzature di allenamento particolari. Ecco il mio resoconto dal diario.

Mi trovo a camminare su una spiaggia. I colori hanno le meravigliose tonalità vivide della tempera. Il mare è blu francese, con piccole creste bianche spumeggianti. La sabbia è giallo oriolo. L’intera scena ha una qualità nettamente impressionista, tanto che mi viene da pensare che, se mi voltassi all’improvviso, potrei scorgere l’artista che l’ha appena dipinta – e magari la scena finirà proprio al bordo della sua tela. Tuttavia, la scena è completamente viva.

Cammino con un compagno maschile, osservando il paesaggio. Indossa una redingote, un cappello a cilindro, ha una barba nera ben curata e fa oscillare un bastone da passeggio. Mi accorgo che tutti sulla spiaggia, proprio come il mio compagno, sono vestiti con abiti d’altri tempi. Le donne indossano costumi da bagno interi, gli uomini portano canottiere con i pantaloncini da bagno. Ma c’è qualcosa di ancora più straordinario: quasi tutti hanno una bicicletta.

Le coppie più tranquille pedalano lungo il lungomare su biciclette tradizionali – inclusa almeno una tandem, per due. Altri pedalano sulla sabbia o nelle acque basse. I ciclisti più audaci stanno pedalando a mezz’aria, sospesi a tre metri dal suolo.

Sebbene molte biciclette siano intatte, alcune sono solo vestigia. Una signora siede su una sella imbottita, afferra il manubrio e pedala, ma sotto di lei la bicicletta è scomparsa – nessun telaio, nessuna ruota. Un ragazzo raggiante sta cavalcando in alto nel cielo, su una bicicletta invisibile tranne per il manubrio. Un giovane affascinante, con capelli neri come le ali di un corvo e una sciarpa di seta da artista svolazzante al collo, si esibisce in acrobazie aeree su una bici completamente scomparsa: tiene i pugni chiusi come se stringesse un manubrio e muove le gambe come se stesse ancora pedalando.

Il mio compagno mi spiega che questa è una scuola per volatori onirici.
“Tutte le biciclette che vedi sono biciclette da allenamento. Man mano che i sognatori diventano consapevoli di stare sognando e comprendono cosa è possibile fare qui, le macchine diventano sempre meno necessarie. Le biciclette svaniscono e infine scompaiono del tutto.”

Seguo il suo sguardo verso l’alto e vedo degli esperti “altovolatori” che si muovono tra nuvole di cotone, spostandosi nell’aria come nuotatori o uomini-razzo. [Settembre 22, 2008]

Molti anni dopo, ripescando questo resoconto, ho deciso di tornare sulla spiaggia della scuola di volo per vedere cosa stesse accadendo. Ho sviluppato un metodo per rivisitare un sogno, che ho chiamato semplicemente reingresso onirico. Puoi farlo subito dopo il risveglio, che è il momento ideale perché la scena e le emozioni sono ancora fresche. Ma puoi farlo anche dopo anni o decenni, se il sogno ha ancora energia per te.

Mi sono sdraiato sulla schiena, ho riportato alla mente il ricordo della scuola sulla spiaggia e mi sono immerso di nuovo dentro. Le prime impressioni erano cinestetiche: mi sono ritrovato a stringere il manubrio di una bicicletta.

Non avevo bisogno del manubrio per volare. Ma ho pensato che sarebbe stato divertente sperimentare ciò che gli altri facevano con un oggetto simile. Non appena ho stretto la presa, ero in volo, sfrecciando lontano dalla spiaggia e dagli istruttori di volo. Mi trovavo a dieci o venti metri sopra campi dorati di grano, il vento tra i capelli.

Ero felice di vedere che ora avevo un compagno: un cane meticcio (incrocio tra un pastore e un labrador), che mi seguiva lungo la strada di campagna sottostante, godendosi la corsa. Ho abbandonato qualsiasi altra intenzione e mi sono lasciato andare al puro piacere del volo in compagnia di un caro amico. [Dicembre 29, 2021]

Mi chiedo se il Marchese dei Sogni, Léon d’Hervey de Saint-Denys, abbia mai trovato la scuola di volo sulla spiaggia. Sembrano appartenere alla stessa epoca e cultura. Fu lui a coniare per primo il termine “sogno lucido” (rêve lucide) nel 1867…

Le sue “osservazioni pratiche” non includevano indicazioni sul volo onirico o il viaggio astrale. Tuttavia, il suo libro contiene una pagina memorabile del suo diario in cui sogna di lasciare il proprio corpo come se fosse morto . Si ritrova in mezzo a una tribù “selvaggia”, impegnata nelle loro battaglie. Decidi di andare sulla Luna e ci arriva alla velocità del pensiero. Descrive un paesaggio caraterizzato che gli appare assolutamente reale. Poi decido di tornare sulla Terra. Mentre scende nella sua stanza, vede il suo corpo disteso sul letto prima di rientrarvi .

Il marchese era un sinofilo e nei suoi saggi sulla letteratura cinese, così come nella selezione di poesie e racconti cinesi che tradusse, la sua immaginazione fu certamente accesa dalle frequenti descrizioni dei sogni come escursioni dell’anima aerea hun e “vagabondaggi con gli immortali” . In Poésies de l’époque des Thang scrive:

“A volte è lo spirito di un uomo addormentato che approfitta del sonno del corpo per viaggiare da solo nello spazio, attraversando alla velocità del pensiero.”

Articolo tratto dal blog di Robert Moss, del 10 Febbraio 2024, tradotto su gentile concessione: https://mossdreams.blogspot.com/2025/02/oh-baby-dont-you-love-to-fly-in-your.html