
Oggi, pochi istanti prima di pubblicare questo articolo, suona alla porta il corriere per recapitarmi un pacco. Al suo interno trovo un libro, spedito per me da un’amica sognatrice. Il libro è di Julia Cameron, La via dell’artista, come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi. C. G. Jung definirebbe questo momento come una sincronicità rispetto a quanto espresso nelle righe qui sotto. Un grande grazie alla bussola dei mondi che connette i sognatori nel grande adesso.
Spesso mi è stato chiesto cosa significhi sognare l’acqua. Invece di rispondere a questa domanda, capovolgo il punto di vista: in che modo l’acqua può nutrire i nostri sogni? E se il nostro Sé superiore, il centro scintillante e profondo dell’anima, si riversasse in un’esondazione d’acqua? Come riverbererebbe nella nostra vita? Cosa accadrebbe al sogno-veglia del nostro quotidiano?
La creatività con cui l’universo genera la vita è fertile quanto il limo del Nilo nelle stagioni di esondazione tra giugno e ottobre, durante la fioritura delle sue acque e il rilascio della fanghiglia medicamentosa che rende la Terra rigogliosa. Il Nilo, il fiume più importante dell’antico Egitto, era venerato per la ricchezza e l’abbondanza che portava a tutta la sua civiltà nei secoli. Un fiume, infatti, non è solo un elemento di straordinaria bellezza, ma è anche capace di donare fertilità e abbondanza ad ogni sua esondazione. Il limo, quella sostanza curativa che il Nilo generava, rendeva fertili e coltivabili le terre circostanti, garantendo abbondanza per i giorni a venire. Le esondazioni erano previste grazie all’arrivo di Sirio nel cielo (il cui sorgere eliaco segnalava l’inizio delle inondazioni), e rappresentavano momenti creativi straordinari, in cui la vita, letteralmente, fioriva in ogni sua forma. Questo accadeva principalmente in estate e autunno. Oggi, purtroppo, la funzione del Nilo come fonte di fertilità naturale è stata limitata dalla costruzione della Diga di Assuan, che ha modificato il suo ciclo di esondazione e ha ridotto la deposizione di limo, costringendo l’agricoltura egiziana a fare sempre più affidamento su fertilizzanti artificiali.
Il limo non solo rendeva fertile una terra arida e desertica, ma medicava anche la Terra stessa. L’acqua, infatti, ha proprietà curative. Seppur spesso ne ignoriamo la portata, esistono acque e fonti che in tutto il mondo sono considerate miracolose e guaritive. Gli antichi popoli ne erano pienamente consapevoli, vedendo nell’acqua una fonte di saggezza e di cura.
La creatività che scorre nell’acqua è ciò su cui vorrei che riflettessimo ora, perché ciò che rende fertile la terra permette anche alla terra di crescere nei modi più impensati. Immaginate come, in un meraviglioso deserto, l’acqua del Nilo possa generare una fertilità straordinaria, facendo crescere un intero raccolto. Non è magnifico che un’intera civiltà si sia costruita attorno a questo fenomeno? Se così accade nella natura, non è forse altrettanto vero che i terreni fertili del nostro corpo, se permessi di ricevere la giusta sostanza, possano far fiorire l’amore, la consapevolezza e la creatività, trasformando la nostra vita quotidiana in una meravigliosa espressione di bellezza?
La creatività si può manifestare in una miriade di modi, ed essa stessa si esprime attraverso una moltitudine di individui. Ogni essere vivente emana creatività in modo unico e autentico. Più siamo in connessione con la nostra anima, più siamo capaci di attingere a questa autenticità e, di conseguenza, di esprimerla.
Un esempio interessante dell’agricoltura del non-fare ci insegna a rendere fertili terreni aridi attraverso le “bombe di semi”. Queste piccole sfere, composte da argilla morbida e piene di semi di fiori e piante aromatiche, vengono lanciate nei luoghi da ripopolare. Il maestro giapponese Masanobu Fukuoka, capostipite di questo tipo di agricoltura, ha rivoluzionato l’approccio all’agricoltura sostenibile con questa tecnica, riducendo al minimo l’intervento umano e promuovendo la biodiversità. In questo modo, ha ripopolato in poco tempo vaste aree desertiche. Questo ci mostra quanto grande sia il potere che abbiamo di riportare l’ecosistema a un nuovo equilibrio, anche in tempi di crisi.
Se riconoscessimo il potere della nostra creatività di rendere fertile il mondo attraverso il nostro intelletto, le nostre scoperte, le nostre ricerche, e soprattutto il nostro amore per la vita, potremmo trasformare l’ecosistema stesso. Potremmo permettere al mondo di mutare, di trasfigurare, come il miracolo di una terra arida che diventa un giardino rigoglioso.
La creatività ha anche il potere di trasformare i veleni della vita. Quando ci permettiamo di esprimere il nostro estro creativo, qualunque forma d’arte sia, sublimiamo i pesi dell’esistenza e riduciamo le difficoltà che gravano su corpo e spirito, ricaricandoci di entusiasmo e vitalità. Osservare la fertilità che ci circonda e rendere fertile, attraverso l’amore del nostro cuore, ogni angolo nascosto della nostra vita, è un atto fondamentale nel nostro cammino di crescita.
Ricordiamo l’importanza di un fiume non inquinato, di un fiume capace di portare vita a un’intera civiltà. Allo stesso modo, il fiume dell’amore continua a scorrere, se siamo in grado di vederlo e di osservarlo nella nostra esistenza. Dove si cela la splendida creatività del Sé superiore nella nostra vita? Dove il limo del nostro cuore fertilizza la nostra esistenza? Un’esondazione di creatività può davvero fertilizzare con la forza dell’amore e aiutarci a sognare un nuovo mondo.
E così ci rimettiamo in cammino…
al prossimo viaggio…
Alberto Fragasso