Come abbracciare l’ansia climatica diventando custodi della Terra
Approccio a un’ecosofia fondata sulle culture native

Non siamo mai davvero soli. Crediamo di esserlo solo perché non ci rendiamo conto di tutte le nostre relazioni. Tra i nativi americani, le parole mitakuye osyasin che concludono diverse preghiere di numerose comunità, vogliono proprio dire che viene dedicato il canto o la preghiera “a tutte le nostre relazioni”. Ed è così che dovremmo vedere il mondo, ovvero dedicare ogni passo non solo a noi stessi e al nostro puro e semplice individualismo, ma anche a tutte le nostre relazioni: le piante, gli animali, gli amici, la casa, la famiglia, il posto in cui viviamo, e la nostra città. In questo modo ogni nostra singola azione potrebbe acquisire una nuova forza e un più pregno significato. Ogni passo, infatti, potrebbe avere un senso più ampio se solo lo volessimo.

Spesso però, diversamente da quanto appena detto, ci sentiamo separati dal resto del mondo e isolati. Questo è ciò di cui abbiamo fatto esperienza con un particolare accento durante la pandemia; e anche se molte persone durante i lockdown si sono sentite di avere abbracciato una maggiore pienezza di sé, l’isolamento resta comunque un punto forte della nostra esperienza come esseri umani e individui, solo se avviene per periodi non prolungati, in modo che possa darci l’opportunità di prendere coscienza di aspetti di noi e successivamente portarli nel mondo.

Su questo si basano le ricerche di visione nativo-americane, per esempio, che possono condurre la persona a prendere coscienza proprio di tutto ciò a cui siamo correlati. Ogni cosa quindi ci compete, entra in contatto con noi in un modo o in un altro. Soprattutto in questo momento storico, dove anche le notizie, che originano dall’altra parte del mondo, ci vengono consegnate e messe fra le mani all’interno di uno smartphone; che talvolta può essere uno strumento di distrazione e portarci lontani dai canti della Terra. Questo nostro continuo banchetto e rincorsa all’informazione più utile, efficace e vera, può però condurci anche fuori dal nostro binario. Facendo attenzione al tipo di informazioni con cui ci nutriamo, riusciamo a comprendere meglio che una dieta sana arriva anche dall’informarsi proprio come si informerebbe un rimedio omeopatico dalla natura, o come l’acqua può venire informata da una vibrazione, o dall’impronta della Terra e del mondo.

Se ascoltassimo meglio i canti della mente, riusciremmo a percepire che aldilà di essi si trova una voce molto più grande che è quella del canto del pianeta. Molti di noi sono in preda al panico a causa di un’ansia profonda e di un senso di colpa misto a impotenza di fronte a cataclismi, eventi meteorologici di forte impatto, alla terra che si apre, alle guerre e a paradossi sociali; che sono vivi, nel senso che hanno una loro forza, un loro impatto sulla comunità e sull’individuo, ma che sono interpretabili. Ciò significa che finché non li viviamo in prima persona possono essere interpretati dal nostro sguardo con differenti punti di vista. Gli occhi però non sono gli unici organi che il corpo possiede e questo di per sé dovrebbe mostrarci come il corpo di una notizia o di un evento, non sia fatto solo di ciò che appare. Un libro non va considerato per la copertina, come una persona non va giudicata per la propria maschera o per il volto che indossa. Dietro la pelle c’è carne, dietro la carne ci sono ossa e sangue che fluisce, e organi che fanno il loro dovere. Dietro ogni persona c’è un’anima viva. Lo stesso vale per gli eventi che riguardano la Terra. Il pianeta sotto gli strati superficiali del suolo, ha sedimenti di basalto e sotto ancora strati e strati di memorie, fino al centro pulsante del suo cuore. Ma possiede anche un’anima. Tutte le culture native considerano la Terra come un essere vivente, e allora pensiamo davvero che questo pianeta non possa grattarsi di fronte al prurito che producono gli esseri umani?

Entrare in contrasto con la Terra significa farlo anche con se stessi. Accordarsi con la sinfonia del pianeta significa invece creare un flusso armonioso che riguarda tutte le nostre relazioni. Ma il nostro cuore è direttamente connesso al cuore della Terra e il nostro corpo non è diametralmente opposto al suo corpo; non viaggia separato. Ciò che viviamo noi, lo vive anche la Terra e forse proprio ciò che stiamo vivendo è parte di un grande flusso archetipico-psichico che arriva proprio dalla sua anima. Non dobbiamo considerarci separati da essa e proprio per questo anche all’opposto possiamo essere una buona influenza per il pianeta. Se il nostro cuore è connesso al cuore della Terra e così il resto del nostro corpo, possiamo offrire il nostro sguardo al pianeta, offrire i nostri gesti al pianeta, il nostro passo. In questo modo potremo metterci al servizio della Terra e divenirne custodi.

Molta dell’ansia, detta in gergo eco-ansia, nonostante non sia ancora considerata una patologia in termini psicologici, è dovuta al fatto che ci sentiamo separati dalla Terra. Se imparassimo a entrare in contatto con il battito del nostro cuore, non percepiremmo nulla di tutto ciò e molte delle narrazioni che agiamo e poi portiamo nel mondo, che consegniamo ai nostri fratelli alberi, animali e umani, perderebbero di significato; perché noi non siamo altro che humus, umiltà fattasi carne. O quantomeno è ciò a cui sarebbe meglio tendere.

E allora come possiamo contribuire a un cambiamento profondo? Un primo passo è abbracciare l’approccio a un’ecosofia fondata sul contatto con la natura, che faciliti il riconoscimento che ogni espressione naturale che ci circonda è parte di noi. A quel punto probabilmente tutti gli approcci che non sono salutari per noi e per la comunità, potrebbero naturalmente scemare. Si tratta di un processo che richiede attenzione, veglia su di sé, premura, ascolto, percezione, sogno, amore, che è anche tutto ciò di cui abbiamo realmente bisogno, e sono tutti strumenti che un custode della Terra adopera.

Se vuoi approfondire alcuni di questi temi ti invito a leggere il mio libro Spiriti Alleati, pratiche sciamaniche per crescere e guarire l’anima.

E così a cuore aperto,

ci rimettiamo in cammino…
al prossimo viaggio…

Alberto Fragasso

Se desideri iscriviti al mio canale Telegram: https://t.me/sognarelaterra