non abbiamo bisogno di una nuota Terra

Amore è proprio questo: riconoscere che ogni cosa, così com’è, è bella e buona.”

Bert Hellinger, Riconoscere ciò che è.

Spesso facciamo fatica a riconoscere ciò che abbiamo già. Cerchiamo sempre qualcosa di nuovo. Da una nuova formazione, a un nuovo incontro, a nuove aspettative per la nostra vita quotidiana: una nuova vita, un nuovo viaggio, un nuovo ristoro. Ci deve essere sempre aria di novità nella nostra vita, come se ciò che avessimo già non ci bastasse mai.

Molto spesso però parla in questo campo di conoscenza lo spirito del capitalismo, che ruba energia al riconoscimento e non ci fa mai sentire abbastanza. Quello che smuove questa forza dell’inconscio collettivo è tendenzialmente la ricerca sempre di qualcosa di nuovo che non è mai realmente perseguibile, perché non esiste mai nel presente, è qualcosa di raggiungibile solo in un ipotetico futuro costellato di inarrestabili migliorie.

Questo ci fa sviluppare un desiderio inconscio di novità, che non è la fresca brezza del cambiamento, poiché se così fosse saremmo in grado di essere agili nel cambiare. Invece siamo spesso ancorati alle nostre credenze, le quali talvolta possono essere anche poco utili ad abbracciare totalmente la nostra natura.

E allora cosa accade in questo caso? Che non riconosciamo davvero ciò che c’è nella nostra vita, ciò che è già presente e manifesto, poiché ciò che c’è non ci basta mai. Questo atteggiamento alla lunga può condurci a renderci delle macchine e ad asfissiarci. Se fossimo in grado invece di accogliere un più ampio respiro nei nostri polmoni ci renderemmo conto, a maggior ragione, che non abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo, poiché tutto ciò che c’è, e abbiamo, è estremamente prezioso, e ogni infinito passo del nostro cammino ha un valore.

Cominciando da questo ci renderemo conto che siamo già abbastanza, siamo già molto, come stelle danzanti che vibrano e respirano e non necessitano d’altro che brillare. Non abbiamo bisogno davvero di un mondo nuovo, di una Terra nuova che ci accolga, poiché essa lo è già per sua natura.

Oltre agli stravolgimenti che la nostra azione umana compie sul pianeta, dobbiamo renderci conto che ciò che vogliamo è dei nuovi noi, delle nuove persone che abitino il corpo della Terra con maggiore coscienza, portando salute a tutte le relazioni, alle piante, agli alberi, agli animali, alle acque, alle alture; non abbiamo bisogno di una Terra nuova. Se dovessimo desiderare un nuovo posto in cui vivere, potrebbe essere questo.

Forse ci fa timore prenderci la nostra vera responsabilità e renderci conto che siamo custodi della natura, del verdeggiare degli alberi, della pulizia delle acque, della freschezza del nostro stesso respiro. Prenderci la responsabilità di questo potrebbe portarci un grande scompenso emotivo, perché potrebbe essere la vera salute a cui tutti quanti stiamo anelando.

Non abbiamo bisogno di una Terra nuova, ma semplicemente di accogliere tutto ciò che c’è: il grande potenziale della vita, che sta nei nostri bisogni, ma anche nei bisogni di tutto ciò che ci circonda. Dovremo soltanto aprire gli occhi e il cuore per rendercene conto e in questo i popoli nativi sono assai più avanti di noi, poiché sanno come custodire l’ambiente, l’habitat in cui vivono e il mondo naturale. Cosa possiamo apprendere da questo quindi? La novità deve essere il nostro modo di cambiare le cose, di prenderci la responsabilità di chi siamo, cioè esseri umani che abitano uno splendido pianeta.

E così ci rimettiamo in cammino…

al prossimo viaggio…

Alberto Fragasso

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