Come la pratica sciamanica nella medicina tradizionale può, attraverso ponti e relazioni, portare cambiamento e giovamento alla nostra più giovane medicina occidentale? Antichi e nuovi campi d’indagine di esplorazione di medicina integrativa.

Le pratiche sciamaniche portano con sé una medicina molto antica, contenuta nei rituali, nelle cerimonie, nel contatto e nella relazione con gli aspetti spirituali della realtà.

Quando si parla in termini spirituali si parla di frequenze più elevate della realtà, dell’energia che permane in tutte le cose e che in qualunque cultura tradizionale ritroviamo con diversi nomi: prana in India, chi in Cina, ki in Giappone, nwywre nella cultura celtica del passato, pneuma in quella della Grecia antica, mana in quella Hawaiana e così via. Questa energia che permea in tutte le cose attraversa il corpo fisico e i corpi di tutto ciò che esiste nella materia ed è importante riconoscere questi aspetti delle medicine tradizionali per poterle integrare nella nostra occidentale.

Il potenziale dell’essere umano e gli affascinanti campi d’indagine della medicina sono meravigliosi. Come antropologo ho avuto la possibilità di mettere in relazione la medicina sciamanica e quella occidentale, creando dei ponti, grazie alla dott.ssa Rossana Beccarelli, che mi ha donato questa opportunità dandomi carta bianca. Così ho portato il linguaggio sciamanico all’interno degli ospedali, conducendo alcuni laboratori dedicati a medici, psicoterapeuti, infermieri, operatori sanitari, ma aperti a chiunque si sentisse chiamato.

Essendo prima di tutto un praticante sciamano e un sognatore, ho scelto di condividere la mia esperienza esercitando il linguaggio sciamanico come linguaggio del cuore (lo sciamanismo viene anche chiamato la via del cuore e la medicina sciamanica è una medicina del cuore) e attraverso l’utilizzo di canti, della vibrazione, del tamburo, delle cerimonie sciamaniche e del respiro ho cercato di soffiare un po’ di spirito nella medicina delle strutture ospedaliere torinesi. Un’esperienza che ho vissuto in totale apertura e meraviglia.

Molte sono le potenzialità di questo lavoro, in principal modo può aprire non solo la mente, ma anche alla dimensione del sentire, può condurre a un nuovo ascolto dell’essere umano e a una nuova percezione delle proprie capacità di auto-guarigione corporee, attraverso la consapevolezza e la connessione con la Natura nelle sue armoniose manifestazioni.

La pratica sciamanica ha innumerevoli applicazioni e direzioni, la prima delle quali è il ristabilire l’armonia energetica e sottile del corpo delle persone malate, nonché il recupero di quell’anima che si allontana quando si subisce un trauma, ma anche l’elaborazione di lutti e la possibilità di creare relazioni armoniose con chiunque nella propria vita, ma soprattutto con la Natura che ci circonda.

Lo sciamanismo è un portale di apertura totale alla Bellezza dell’Universo. Mi occupo anche di sensibilizzare, attraverso questi insegnamenti non solo teorici ma soprattutto pratici e del sentire, i bambini, i quali hanno una percezione molto espansa e sono assolutamente ricettivi al mondo della natura, agli odori, ai profumi, all’ascoltarne i suoni e al percepirne la bellezza. Ed è come un grande volo verso il Sole.

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Nel settembre 2015, a Nardò, in Salento, ho partecipato come relatore a un convegno internazionale della Rete per l’Umanizzazione della Medicina, dal titolo Dalle Tradizioni dei popoli alle terapie del futuro, insieme ad altri antropologi, medici, psicoterapeuti e professionisti del campo abbiamo cercato di introdurre queste vecchie e antiche tradizioni terapeutiche e mediche per aprire nuovi orizzonti della medicina occidentale.

Danza non solo come strumento di espressione corporea, ma anche per rivitalizzare il corpo e sciogliere energie congelate. Gli sciamani lo sapevano e lo sanno. Per celebrare lo spirito del Salento, ho ricevuto l’ispirazione di danzare la Taranta durante il workshop che ho tenuto al congresso “Dalle tradizioni dei popoli alle terapie del futuro”. Grazie a chi ha filmato (ovvero Tania Re)!

Molto lavoro è stato fatto, molto ancora necessita di essere seminato e confesso che numerose novità sono in arrivo in questo anno 2016. Ogni relatore procede attualmente nel proprio percorso portando avanti questo discorso nei vari sotto-progetti che si sono creati dal convegno in avanti, attraverso percorsi individuali, di gruppo o conferenze pubbliche e molto si sta muovendo in Italia e in tutta Europa, grazie a movimenti di rivitalizzazione, trasformazione, cambiamento e transizione della medicina, ma anche della formazione, medica e delle istituzioni.

Attualmente ho all’attivo un percorso che si snoda in otto incontri di cui tre già avvenuti, che attraverso il respiro portano la medicina sciamanica nell’ospedale di Torino, il San Giovanni Vecchio, un luogo dove molte conferenze, seminari e incontri sui generis, riguardanti la spiritualità, la fisica quantistica e le medicine tradizionali, vengono ospitati.

Nel percorso, Aprire le ali alla meraviglia, mi servo della psicologia transpersonale per introdurre e formare medici, infermieri, psicoterapeuti ecc., non in modo accademico bensì attraverso l’esperienza, il sentire e la connessione con i reami dello spirito durante le cerimonie sciamaniche.

Il lavoro va molto in profondità e nel gruppo si attuano sorprendenti cambiamenti di riconnessioni verso se stessi, elaborando ferite del passato e ripescando risorse utili al momento presente non solo per i singoli membri ma anche per l’intero gruppo.

I campi di ricerca sono infiniti e attualmente mi apro alla possibilità concreta di permettere alla pratica sciamanica di trasformare e di attuare cambiamenti, alla possibilità di aprire quindi campi di ricerca sciamanica nell’ambito medico. Restiamo sintonizzati, l’Universo cospira luminosamente.

In alto i sogni e il potere delle medicine antiche che riportano al benessere globale del corpo, della mente e dell’anima.

Alberto Fragasso

Cito le parole di Rosetta Sambati, organizzatrice dell’evento, sulla sua pagina facebook:

Un grande regalo da gustare in ogni sua parola: un happening realizzato da Humana Medicina a Nardò, in Salento, quasi cinque anni fa, ma ancora di estrema attualità…

TRA LINGUE DI TERRE ANIMATE – Michelangelo Pistoletto e Alessandro Bergonzoni dialogano affacciati dai balconi di piazza Salandra a Nardò (LE). “SUBI’ OR NOT SUBI’?!” questo è il problema! Il geniale Alessandro Bergonzoni si confronta con l’immenso Maestro Michelangelo Pistoletto su tematiche scottanti che riguardano la Salute e la Società….e il Maestro Pistoletto sottolinea e ci invita a riflettere che: “Io e Te siamo una Società …e Io più Te siamo tre”. Meditiamo e non “demandiamo”… non limitiamoci a guardare “suin ternet” – come dice Bergonzoni! Maggiori dettagli:

– video ufficiale: https://www.youtube.com/watch?v=YggM231aIc4&t=2s

– presentazione generale convegno: https://www.youtube.com/watch?v=bcDt7wDmdJY&t=2179s

– trailer di “Un ritmo per l’anima” di Giuliano Capani: https://www.youtube.com/watch?v=CiBqPVNHCYw

Nardò,11-13 settembre 2015 – un evento organizzato da Humana Medicina con il patrocinio del Comune di Nardò (LE). Comitato scientifico: Rossana Becarelli – Ennio Brunetta – Tania Re Organizzazione: Rosetta Sambati Umanizzare la medicina è possibile: seguiteci su www.humanamedicina.eu e iscrivetevi al nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/channel/UClcXdedSUu2jKynbQV6FzwA